.When did your heart go missing?

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,princessvavi`
view post Posted on 10/1/2010, 15:01




Steven Dareus II Phoenix

Regent's Park era il solo posto in cui io riuscissi a rilassarmi, a non pensare nulla. Anche se non avevo quasi mai nulla a cui pensare. Ma da qualche giorno avevo in mente solo e soltanto lei: Elisabeth, la fanciulla che avevo conosciuto al ballo quattro giorni prima. Non ero riuscito più a togliermela dalla testa. Non avevo pensato ad altro. Solo a lei, giorno e notte, notte e giorno. Ero distrutto, afflitto, confuso. Innamorato? No, questo non saprei dirlo. L'amore non arriva così facilmente. E' impossibile che ciò accada, soprattutto ad una persona il cui cuore aveva smesso di battere anni ed anni prima. Era passato troppo tempo da quando aveva battuto per qualcuno. Aveva dimenticato come si faceva. Dove si era perso il mio cuore? Era smarrito. Non sapevo come trovarlo, non sapevo dove fosse. Qualcuno doveva aiutarmi a trovarlo. Ma io volevo essere aiutato? Intanto, passeggiavo per il parco deserto e silenzioso. Mi fermavo ogni tanto, guardandomi intorno, come se aspettassi qualcuno. Ma si, era così. Io stavo aspettando, aspettando il nulla.
 
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psike.:
view post Posted on 10/1/2010, 15:23




Elisabeth Jefferson

Erano passati quattro giorni e quel ricordo, non voleva andar via. Ero io a non volerlo lasciar andar via, avevo anche rinunciato a chiedermi il perché, avevo rinunciato a trovare una motivazione. Era il nulla. Ma quel nulla mi faceva battere il cuore e non potevo comandare su di esso per continuare a vivere senza la consapevolezza che ci sia qualcuno che lo animi! Era una bella giornata. Il sole alto nel cielo. Nessuna nuvola, o forse solo qualche filatura. Sarebbe stato magnifico uscire per fare una passeggiata, ma, avrei dovuto farla da sola, poiché l’intera famiglia era fuori casa. Mi vestii in fretta e furia, anche grazie all’aiuto della mia domestica, quasi per paura che quel bel tempo si guastasse e sopraggiungessero le nuvolacce. Volevo gustarmi quella mattinata. Volevo liberarmi del peso che portavo dentro. Volevo far mente locale e trasformare quel pensiero in un ricordo positivo. Lo volevo davvero.
Salii sulla carrozza e chiesi gentilmente al cocchiere di portarmi in un posto dove ci si possa rilassare tranquillamente, senza pensare a nulla e lui ubbidì. Mi portò a Regent's Park, il famoso parco col ponte sul fiume. Mi sembrò di tornare una bimba. Volevo salirci ancora su e vedere l’acqua fluire in direzione opposta alla mia. Perdermi in quel movimento.
 
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,princessvavi`
view post Posted on 10/1/2010, 15:43




Steven

Non avevo voluto nessuno con me, nessun servitore. La carrozza mi aveva lasciato all'entrata del parco, avevo detto al cocchiere di attendermi lì. Volevo restare solo a crogiolarmi nella mia sofferenza, nella mia solitudine appunto. Kimberly si era offerta di accompagnarmi. Aveva notato che ero più strano del solito, anzi, che stavo peggio del solito. Non ero sicuro del fatto che potesse pensare che fosse a causa di Elisabeth - solo pronunciare quel nome mi provocava una fitta al cuore -, non le avevo raccontato nulla, anche se lei mi aveva rivolto parecchie domande durante il viaggio di ritorno in carrozza dopo il ballo. Ed anche nei giorni successivi. Non volevo parlarne con nessuno, neppure con lei. La sola che riusciva a farmi sentire meglio.
Camminavo per il parco da un tempo indefinito. Ma non avevo voglia di rientrare a palazzo. Andai in direzione di un enorme albero e mi tolsi la giacca in velluto nero, adagiandola sull'erba. Poi mi sedetti ed aprii leggermente la camicia scura che indossavo per permettere ai raggi del sole di colpirmi in pieno petto. Chiusi gli occhi e mi abbandonai al silenzio.
 
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psike.:
view post Posted on 10/1/2010, 16:07




Elisabeth

Arrivata a destinazione, cercai disperatamente il piccolo ponte sul fiume. Non ricordavo precisamente dove fosse. Forse se avessi chiesto a qualcuno mi sarei orientata meglio, ma non mi andava affatto di chiedere informazioni. Cominciai a camminare verso un piccolo sentiero da dove si vedeva in lontananza una piccola riva, o forse era una fossa. Bè l’unico modo per testare cosa fosse era andare a controllare e così feci. A passo lento raggiunsi l’altra estremità del parco, tutta sudata. Faceva caldo col sole che c’era e seppur avessi il ventaglio, non fu tanto d’aiuto. Quando vidi il piccolo ponticello in legno, mi s’illuminarono gli occhi. Eccolo lì, tale e quale a dieci anni fa.. La strada che giungeva al ponte era per lo più piana e ricoperta d’erba a eccezione di un enorme albero che quasi ne offuscava la visuale. Cercai di raggiungerlo a piccoli passi, sarebbe stato indecoroso per una Miss inciampare e sporcarsi il vestito. Ma questa regola non valse per molto: non appena oltrepassai l’enorme albero secolare inciampai in un masso probabilmente.
Ahia! Che male!, dissi cercando di mettermi in piedi. Non ci riuscii però. Da una parte perché la caviglia si era storta e non riuscivo a raddrizzarla e dall’altra parte perché quello su cui ero inciampata non era un semplice masso, ma erano due piedi. M’irrigidii. No, non era possibile.

 
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,princessvavi`
view post Posted on 10/1/2010, 16:38




Steven

Potevo giurare che mi sarei quasi addormentato se non fosse stato per qualcosa che disturbò il mio riposo, il silenzio che aleggiava intorno. Qualcosa o qualcuno mi era caduto sopra. Riaprii gli occhi. Mi ritrovai addosso una figura femminile, molto ben vestita. Una delle solite nobildame molto distratte, attente solo a loro stesse e mai agli altri. Possibile che non mi avesse notato? Poi si mosse ed io vidi il suo viso, un viso che avevo sognato e visto giorno e notte. Quello di Elisabeth. Era proprio lei, non potevo crederci. La vidi poi massaggiarsi la cavaglia ed istintivamente la strinsi a me. Lady Jefferson! Vi siete fatta molto male? Rispondete, vi prego! L'ansia crebbe ancor di più ad ogni battito del mio cuore. Si, stava battendo forte.
 
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psike.:
view post Posted on 10/1/2010, 20:23




Elisabeth

Ero ancora a terra e, seppur stessi massaggiando la caviglia, quest’ultima mi faceva molto male. Non riuscivo a muoverla senza provare un dolore intenso e lancinante. Cercai ancora di alzarmi ma non vi riuscii, quando improvvisamente quella voce, la sua voce, si ripresentò nella mia mente, solleticando melodiosamente il mio udito. Le sue braccia forti cinsero le mie in una salda presa che mi lasciò impietrita e con gli occhi spalancati. Il vero shock fu quello, non tanto la caduta in se per se.
Mi fa molto male la caviglia, Sir. Sareste così gentile da aiutarmi ad alzarmi, per favore?, dissi con una voce che non esprimeva affatto quel che stavo sentendo. Tutt’altro provavo sorpresa, tristezza e una nuova fiamma di speranza. Elisabeth, sei solo caduta, non hai profondamente battuto la testa. Quindi smetti di fustigarti sulla questione!, pensai tra me con freddezza ma chissà perché non volli dare ascolto a quella vocina interiore.

 
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,princessvavi`
view post Posted on 10/1/2010, 23:07




Steven

Mi alzai in piedi, reggendola tra le braccia. Al diavolo il decoro! Presi anche la mia giacca e, senza degnare di una sguardo la lady che avevo tra le braccia, mi diressi verso una delle panchinette del parco. Sentivo i suoi capelli sfiorarmi il petto nudo. Un brivido mi percorse lungo la schiena, e non solo. Anche qualcun altro lo percepì. La posai lentamente e con cautela sulla panchina, poi mi chinai in avanti, piegandomi sulle ginocchia, e presi il suo piede tra le mie mani. Lo esaminai.
Non dovrebbe essere nulla di grave, potete stare tranquilla milady. Però dovrete stare a riposo per qualche giorno, se desiderate guarire in fretta. dissi. Non la guardai ancora una volta. Ero troppo imbarazzato in quel momento.
 
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psike.:
view post Posted on 11/1/2010, 15:18




Elisabeth

Avvampai dall’imbarazzo. Steven, ormai potevo chiamarlo così, mi aveva presa tra le braccia e fatta sedere delicatamente su una panchina lì vicino. Probabilmente la mia accidentale caduta, lo aveva svegliato di soprassalto o forse stava semplicemente cercando di rilassarsi con il rasserenante fragore dell’acqua, steso sull’erbetta e ... con la camicia sbottonata. Cercai di non guardare la forma dei suoi pettorali ma fu più forte di me. Come potevo non osservare la bellezza di quel corpo maschile? La forma delle clavicole ben delineate e marcate, i pettorali altrettanto scolpiti come sul marmo. Quando Steven toccò con le sue grandi mani la mia dolorante caviglia, avvertii un brivido. Quelle mani sembravano voler accarezzare la mia pelle senza neanche volerlo davvero ed io stavo andando pian piano a fuoco, man mano che il contatto fisico, seppur incoscientemente, si stava rafforzando tra noi. Il suo viso. Non ero affatto riuscita a vedere il suo viso, non bene almeno. Ebbi un fremito quando aprii la bocca per proferir parola.
Sir, ehm ... avete un piccolo ago di pino tra i capelli, permettete che ve lo tolga, dissi timidamente e finalmente i suoi occhi si incollarono ai miei. Dio, quanto era bello! Bello nel suo misterioso fascino, bello nell’animo, bello negli occhi neri che aveva. Portai la mano sulla sua testa e quando presi tra le dita l’ago di pino, chiuse gli occhi quasi fosse in adorazione. Sorrisi compiaciuta di quella situazione e quando presi il suo volto tra le mani, lo guardai dritto negli occhi che ora si erano riaperti per la sorpresa del mio gesto.
Sir, ora sto per farvi una confessione, spero di non essere né inopportuna e né scortese, ma vi pregherei in un lontano o meno futuro, di non evitare il mio sguardo, poiché i vostri occhi sono la cosa che più mi ha catturata in questo momento e mi piacerebbe molto sentirli ancora sulla pelle. Sfacciata. Troppo sfacciata. Sapevo che era una persona timida, l’avrei messo in imbarazzo. Dannazione! La mia lingua parlava troppo avvolte. Sperai che non si fosse offeso per la mia richiesta. Le mie mani si ritrassero lentamente dal suo volto.

 
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,princessvavi`
view post Posted on 12/1/2010, 19:32




Steven

Non potei fare a meno di sollevare il capo quando mi disse che avevo qualcosa tra i capelli. La bellezza e la semplicità dei suoi occhi mi colpì, sconvolgendomi dentro. Ero frastornato, completamente preso da lei e dai suoi modi di fare. Eppure, ero stato in sua compagnia si e no per meno di un'ora.... come poteva aver già ritrovato il mio cuore senza che io me ne volessi rendere conto?
Grazie lady Elisabeth. dissi socchiudendo gli occhi, spalancandoli immediatamente dopo, quando lei mi prese il viso tra le mani e mi fece una richiesta che non potevo assolutamente riufiutare, ma che sentivo fosse mio doveve desistere dal dirle di si. Ma..
Aspettai che le sue mani lasciassero il mio viso prima di parlare. Mi sembrava come se fosse stato spogiato dai suoi abiti quando le sue mani sparirono dal mio viso. Cercai di ricompormi, di prendere di nuovo il controllo delle mie emozioni e soprattutto dei miei pensieri, che oramai immaginavano lady Elisabeth in atteggiamenti e molto poco opportuni. Dannata attrazione fatale!
Vi prometto che ci proverò, milady. Intanto non mi resi conto che le mie mano stavano andando a briglia sciolta, accarezzando il suo piede con molta delicatezza. Le bloccai, imposi loro di fermarsi ed adagia in terra il piede dolorante della giovane donna che avevo di fronte, stando attendo a non farle male ulteriormente. Ritirai le mani e mi rimisi in piedi.
 
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psike.:
view post Posted on 12/1/2010, 20:07




Elisabeth

Dopo aver acconsentito alla mia richiesta, adagiò a terra il mio piede e si rimise in piedi. Sembrava rigido, perplesso e titubante. Lo sapevo. Ero stata troppo sfacciata ed ora avevo solo causato la sua chiusura a riccio. Dannazione! Maledetta me e la mia lingua! Dovevo rimediare altrimenti avrei avuto sulla coscienza questo giustificato comportamento timido del marchese nei miei confronti. Forse non era colpa mia o forse si, ma non potevo tollerare che l’uomo dinanzi a me pensasse male di me a causa dei miei comportamenti forse un po’ impulsivi. Dovevo assolutamente fare qualcosa.
Alzai lo sguardo e vidi le mani di Steven ricoprirsi il torso sfoggiato ai raggi del sole. Fu come avevo immaginato, il suo fisico era sodo e scolpito come una statua in marmo. Arrossii a quella beata vista. Non riuscivo nemmeno a distoglierne lo sguardo. Era come una calamita, una calamita che attirava pian piano pensieri poco consoni per una Miss, ma al diavolo tutto! Tutti i limiti della decenza gli avevo già superati alla festa e di certo non era il caso di martellarsi ancora con le regole della società. Adagiai il piede ancora dolorante a terra e mi alzai di soprassalto di fronte a lui. Lo guardai per qualche secondo ma non riuscii a spiaccicare parola seppur la mia bocca si aprì per parlargli. Niente, non ci riuscivo.
Sir. . . scusatemi per l’inconveniente di quest’oggi, prometto che non capiterà più. Ora devo… devo andare. I-io devo andare su quel ponte, ehm. . . perdonatemi ancora Milord, dissi balbettando qui e lì. A quanto pare seppur avessi fatto una richiesta sfacciata, l’imbarazzo non era calato ancora tra noi. Andarmene era l’unico modo per salvare i miei ormoni che cominciavano a fare salti mortali. Svelta in passo, mi allontanai, raggiungendo il ponte a cento metri da lì. I suoi occhi. I suoi occhi me li sentivo addosso, sì.
 
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,princessvavi`
view post Posted on 12/1/2010, 20:37




Steven

Era strana, molto strana. Sfacciata, tremendamente sfacciata. Ma anche molto timida. Come poteva essere così diversa? C'erano varie sfacciettature nel suo carettere. Particolari che io volevo assolutamente conoscere. Ormai ero stato rapito da lei. Dalle sue labbra, dai suoi occhi, dai suoi capelli. Da tutto. Anche dalla sua semplicità, se così poteva essere definita.
Mi rivestii, ma non feci in tempo ad indossare anche la giacca. Fuggì. Si, era proprio ciò che aveva fatto. Era scappata via.. via da me, era l'unica risposta alla domanda che mi ero incosciamente posto. La saguii e la bloccai, afferrandola per il polso. Cercai di fare il più piano possibile, non volevo farle male. La tirai verso di me, stringendola per la terza volta tra le braccia. Avevo avuto l'impressione che il mio intervento le avesse fatto perdere l'equilibrio.
Non siete una fanciulla con buon senso se correte con la caviglia in quelle condizioni. dissi, incapace di dir altro.


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uno consiglio teso =) non scrivere mai nel tuo post quello che fanno gli altri, lascia che siano loro a decidere =) non è un rimprovero, ma un consoglio appunto =) per evitarti richiami in futuro da parte di altri =)
 
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psike.:
view post Posted on 12/1/2010, 21:01




Elisabeth

Ero quasi arrivata al ponte quando una mano prese il mio polso con fermezza. Avevo fretta. Volevo nascondermi dietro un qualcosa per evitare di fare altre figuracce davanti a lui, ma la sua stretta fu tanto salda quanto forte e non potei evitarla. Mi tirò verso di se e mi prese per la terza volta tra le braccia. Non sapevo se essere compiaciuta di quel contatto che desideravo, senza alcun dubbio, o sentirmi in imbarazzo per la mia fuga improvvisa e frettolosa. Quello che disse mi parve come un rigido rimprovero, come il papà che rimprovera una figlioletta per la sua impulsività infantile. Mi sentii morire e la sensazione di umiliazione non tardò ad arrivare. Quante volte c’eravamo incontrati anche se per caso? E quante volte avevo già fatto figure pietose?
Scusatemi, agisco d’impulsività molte volte, dissi abbassando lo sguardo. Ora ero io a non volerlo guardare negli occhi.

SPOILER (click to view)
Scusami vavi, non è una giustificazione ma non sono ancora pratica e non so ancora come gestirmi, cercherò di frenarmi xD scusami cara
 
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,princessvavi`
view post Posted on 12/1/2010, 23:50




Steven

Le sollevai il mento con un dito e feci in modo che mi guardasse negli occhi. Era stata lei a chiedermi di non evitare mai più il suo sguardo. E sarebbe stata lei a rispettare per prima quella promessa.
Adesso non volete più guardarmi, Elisabeth? L'avevo chiamata per nome, e ciò rendeva ancor più sinceri la mia preoccupazione e il mio comportamento. La strinsi con più forza a me, utilizzando un braccio soltanto. Neanch'io desidero che voi evitiate il mio sguardo, Elisabeth. Ancora una volta il suo nome. L'avevo ripetuto ancora. Era divenuto oramai per me il nome più dolce e più bello che le mie orecchie avessero mai udito.
Presi ad accarezzarle il viso con dolcezza, scendendo fino alla cavità del suo collo nudo. Vulnerabile. Morbido, morbido per le mie labbra che lo desideravano con gran ardore. Lo fissai per un tempo che mi parve infinito, poi tornai ai suoi occhi, senza smettere di accarezzarlo. In seguito, feci scivolare la mano lungo il suo corpo e la bloccai vicino all'altra, sulla sua schiena. A quel punto, la spinsi indietro, facendola piegare con un casquet. Posai le labbra sul suo collo delicato, lasciando lì un bacio che stava ad indicare come fossero mutati i miei sentimenti per quella giovane donna.


SPOILER (click to view)
tranquilla cara, è normale =)
 
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psike.:
view post Posted on 13/1/2010, 16:01




Elisabeth

Sollevò il mio viso incurvato verso il basso e lo tirò su con un solo e semplice dito. Mi guardò dritto negli occhi, penetrandoli col suo sguardo profondo. Ebbi un fremito. Strano come Steven riuscisse a farmi imbarazzare senza tanto sforzo. Strano, sì, poiché non vi riusciva neanche tanto spesso mio fratello. Quando lui proferì parola mi chiamò per nome, stringendomi possessivamente a se. Contro il suo petto. Stavo per morire?! Quel contatto seppur ripetuto più volte durante la giornata, mi provocò sempre la stessa reazione, aumentò il mio battito cardiaco, impazzito ormai, tanto da sentirlo in gola, nelle orecchie quasi. E se poggiavo la mano sul petto, riuscivo a sentire quanto martellante fosse il suo ritmo. Di certo era la prima volta che mi capitava una cosa simile. Ma, non era affatto spiacevole sentire le farfalle nello stomaco o le gambe molli. Fortunatamente la sua presa mi sorreggeva, impedendomi di inciampare in qualsiasi dove quando ne avrei avuta la possibilità. Le sue mani forti e grandi, carezzarono dolcemente il mio viso, sostando sull’incavo del mio collo spoglio, privo di qualunque accessorio. La ritmicità e la frenesia con cui lo accarezzava mi rese quasi impossibile pensare lucidamente, quasi fossi sotto l’effetto di qualche stregoneria e ciò mi scosse profondamente poiché voleva semplicemente dire che i muri tra di noi si stavano abbattendo pian piano. Non c’erano altre spiegazioni per quel contatto. Quando poi mi fece scivolare in un casquet, schiudendo le sue labbra in un bacio sul mio collo, tutto si rese più confuso e le mie labbra non poterono trattenere il sibilo di un gemito. La mia vista di annebbiò per qualche secondo, sentendo un calore e un senso di umidità crescere in basso. Se questo era così provocante per una giovane Miss, allora non vedevo l’ora d’ immaginare come sarebbe stato il resto!
Farò in modo che la vostra richiesta sia rispettata, Steven, fu l’unica cosa sensata che riuscii a dire.

 
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,princessvavi`
view post Posted on 13/1/2010, 16:22




Steven

Oh povero cuore! Oh povera mente! Erano entrambi impazziti per lei. Provai delle sensazioni inimaginabili in quel momento. Sensazioni che mi spingevano a prenderla, ad impossessarmi del suo fragile e stupendo corpo. Dovetti trattenermi più del necessario. E fu uno sforzo e una sofferenza incredibile. Ora che il mio cuore si era svegliato, era tolnato a pulsare sangue (e non solo quello!), ritrovai il ragazzo passionale che ero stato un tempo. Volevo sentire il suo corpo sul mio, a stretto contatto. Stavo impazzendo, non ero più in me!
Feci in modo che entrambi ritornassimo in posizione eretta e, di malavoglia e con un enorme sforzo, la lasciai andare. La liberai dalla morsa indecorosa delle mie braccia. Ma la mia mente stava ormai cavalcando verso tutt'altri sentieri. E non c'era modo di fermarla.
Mi ricomposi, o almeno ci provai. Ma come da lei chiestomi, non staccai gli occhi dai suoi. Inutile tentare di sorridere. Avevo dimenticato come si faceva. Ma la guardai intensamente.. ed ancora una volta sentii un fremito pervadermi corpo e mente.
Vi ringrazio, Elisabeth. Quel nome! Un altro fremito mi percosse. Per l'imbarazzo continuai a rimettere a posto la mia camicia scura ormai totalmente scombinata.
 
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