| Elisabeth
Avvampai dall’imbarazzo. Steven, ormai potevo chiamarlo così, mi aveva presa tra le braccia e fatta sedere delicatamente su una panchina lì vicino. Probabilmente la mia accidentale caduta, lo aveva svegliato di soprassalto o forse stava semplicemente cercando di rilassarsi con il rasserenante fragore dell’acqua, steso sull’erbetta e ... con la camicia sbottonata. Cercai di non guardare la forma dei suoi pettorali ma fu più forte di me. Come potevo non osservare la bellezza di quel corpo maschile? La forma delle clavicole ben delineate e marcate, i pettorali altrettanto scolpiti come sul marmo. Quando Steven toccò con le sue grandi mani la mia dolorante caviglia, avvertii un brivido. Quelle mani sembravano voler accarezzare la mia pelle senza neanche volerlo davvero ed io stavo andando pian piano a fuoco, man mano che il contatto fisico, seppur incoscientemente, si stava rafforzando tra noi. Il suo viso. Non ero affatto riuscita a vedere il suo viso, non bene almeno. Ebbi un fremito quando aprii la bocca per proferir parola. Sir, ehm ... avete un piccolo ago di pino tra i capelli, permettete che ve lo tolga, dissi timidamente e finalmente i suoi occhi si incollarono ai miei. Dio, quanto era bello! Bello nel suo misterioso fascino, bello nell’animo, bello negli occhi neri che aveva. Portai la mano sulla sua testa e quando presi tra le dita l’ago di pino, chiuse gli occhi quasi fosse in adorazione. Sorrisi compiaciuta di quella situazione e quando presi il suo volto tra le mani, lo guardai dritto negli occhi che ora si erano riaperti per la sorpresa del mio gesto. Sir, ora sto per farvi una confessione, spero di non essere né inopportuna e né scortese, ma vi pregherei in un lontano o meno futuro, di non evitare il mio sguardo, poiché i vostri occhi sono la cosa che più mi ha catturata in questo momento e mi piacerebbe molto sentirli ancora sulla pelle. Sfacciata. Troppo sfacciata. Sapevo che era una persona timida, l’avrei messo in imbarazzo. Dannazione! La mia lingua parlava troppo avvolte. Sperai che non si fosse offeso per la mia richiesta. Le mie mani si ritrassero lentamente dal suo volto.
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