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| Maximilian Pesaro
Mi recai a Villa Gardella. Era sera inoltrata. Non mettevo piede lì da tempo, tanto tempo, troppo forse. Dalla morte di Eustacia? Non volevo ricordare. Era qualcosa che stavo cercando di dimenticare, anche se ero certo che non ci sarei mai riuscito. Le vicende spiacevoli avevano sempre fatto parte della mia vita, e sarebbe sempre stato così. La mia mente era lenta in queste faccende, anzi, praticamente morta. Solo una persona riusciva a non farmi pensare al destino che mi ero scelto, e al quale poi avevo dovuto rinunciare, per la maggior parte almeno, per liberarmi di lei, Lilith: questa persona era una donna, Victoria. L'amavo, l'amavo più di quanto avrei dovuto e voluto. Ma l'amavo. Dio se l'amavo! Basta! Dovevo smettere di pensare a lei in quel modo, non potevo più permetterlo. Avevo lasciato che i miei sentimenti prendessero il sopravvento, li avevo lasciati andare a briglia sciolta. Ma per una notte, una notte soltanto. Non sarebbe mai più accaduto, non sarebbe mai dovuto accadere. Ma allora per quale motivo mi trovavo lì, in quel luogo che sapeva di lei? Che serbava il suo profumo incantevole in ogni sala? I miei sentimenti mi avevano portato ancora una volta verso la scelta sbagliata. Mi bloccai, ordinai ai miei piedi di girare sui tacchi e tornarsene da dove erano venuti. Ma non ci fu verso. Ormai non riuscivo più a resistere. Charley, il cuoco, mi fece entrare nonostante l'ora tarda. A quel punto ero davanti ad un bivio: andarmene da quella villa o trovare Victoria.
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